mercoledì, gennaio 25, 2012

L'altalena - pt. 1

Nuovo esperimento; nuova sfida: iniziamo, Watson.
Occorrente:
- una persona, interessante;
- due corde, lunghe;
- un asse di legno, abbastanza resistente;
- un albero, con forti rami;
- un pizzico di retrò che fa sempre bene.


"Crea la sinergia", dissi, "io mi occupo del resto."
"Ma niente si crea dal niente!", risposi, ed il mio sguardo sdubbiato sembrava dire "non posso generare un tornado con un phon! Se ne rende conto?!"
"Crea la sinergia", ho detto, incalzando sulle mie parole. "Non mi importa come!", insistetti, nervosa.
"Ma, capo, abbiamo un problema: perché non lo vede? E poi, mi scusi, gli agenti?"
"Abbiamo sempre mille problemi, io e te, mia cara. Vuole forse arrendersi e desistere dal compiere il progetto solo perché se la sta facendo sotto, di nuovo?", dissi, ed esprimetti una convinzione ed una severità che avrebbero glaciato anche me stessa, se solo mi fossi guardata, allo specchio, o negli occhi.
"Ha ragione, mi spiace. Sono stata debole e..."
"... Ora compare il vittimismo. Mia cara, sarà il caso che lei si metta al lavoro? Mi sta facendo perdere moltissimo tempo.", mi interruppi. Alzai leggermente l'angolo sinistro del labbro ed inarcai le sopracciglia. Ebbi paura. E la paura mi infuse la forza.
"Iniziamo."

Si fece sera.
Rubammo una persona, quella persona, e la portammo via senza il minimo rumore, senza svegliare l'insieme. E si fece notte.
"Siamo un'ottima combo, mia cara.", dissi, sorridendole. Ché di sorrisi non ce ne sono mai abbastanza in giro, di questi tempi.
"Se lo dice lei, ci credo.", risposi, perplessa. Ed iniziammo a raccogliere i dati.

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