domenica, novembre 17, 2013

Amnesie e bipolarismo: essere Hyde e non saperlo.

C'è una cosa che dovete sapere di me: mi dimentico le cose.
Mi dimentico le cose? Mi dimentico le cose...

Credo fortemente che per capire, almeno parzialmente, il soggetto che andate a leggere, dovete sapere più cose di quelle che attualmente conoscete.
Non vi si richiede conoscenza circa il buco dell'ozono, la quantistica, l'andamento del sovrappeso negli Stati Uniti. Non so esattamente quale grado di conoscenza, relativamente a poi chissà quale ambito, vi si richiede.
Facciamo finta di niente e andiamo oltre.
Cosa stavamo dicendo? Ah sì, mi dimentico le cose.

Soffro di disturbo bipolare e ho spesso gravi amnesie a breve termine: non ricordo cosa dico mentre lo faccio, non ricordo cosa ho mangiato ieri e con chi ho scopato un'ora fa; a volte non ricordo il nome di mia madre, sebbene io l'abbia accompagnata un mese fa a fare la spesa.

E' come se ogni giorno per me fosse totalmente nuovo e totalmente a caso.
Come tutti i poveri sfigati, il disturbo di cui soffro ha un potente lato negativo: ricordo benissimo quello che ho fatto molto tempo fa.

E' come se le cose negative, che faccio o mi succedono, non riescono a ferirmi davvero: dopo cinque minuti le ho dimenticate. Eppure, giacciono lì, sul fondo del mio cervello, dove stagnano ed iniziano ad emergere qualche settimana dopo.

Mi ritrovo ad avere pensieri, ricordi di una persona che io di fatto non conosco.

Se ora uccido un gatto, dopo dieci minuti guardo il corpo e mi chiedo chi possa avergli fatto del male. Magari piango anche, perché no!
Vivo spensieratamente per due settimane e ad un certo punto inizio a sentire un grosso peso sulla coscienza. Inizio a ricordare di un gatto, il corpo di un gatto morto lì sulla strada. Inizio a vedere una mano che si muove in direzione della povera bestia. Vedo il tormento, sento i lamenti che squarciano l'aria intorno.

Vedo tutto, so tutto, sento tutto ciò che riguarda una persona che non conosco.
Ma che mi appartiene.

sabato, novembre 09, 2013

Schiava d'amore

Il giorno 8/7/13 scrissi:
"Cosa è in grado di fare un uomo per amore? Tutto.
Non credo davvero che ci sia qualcosa che non sia disposto a fare, niente che con un po' di impegno sincero non sia in grado di fare.
Un uomo per amore scalerebbe montagne a mani nude, superando la paura delle vertigini, quella di cadere e di sentirsi piccolo confrontato con il mondo.
Si tufferebbe in acque pericolose pur di non deludere la sua bella.
Credo che imparerebbe perfino a cucire, per amore."


Le rileggo, a distanza di 4 mesi.
Le rileggo e mi chiedo se davvero le cose funzionano così.

Davvero un uomo per amore è in grado di fare tutto? Probabilmente no.
Probabilmente, però, una donna, per amore, è in grado di sopportare tutto.

Sopporta le menzogne e perdona ripetutamente.
Veste il molteplice ruolo di donna, suddividendosi in madre, compagna e puttana.
Talvolta, è disposta ad illudersi che un giorno, quel bugiardo, potrà amarla davvero; che un giorno, quel bugiardo, deciderà di affrontare per amor suo la più grande paura: crescere.

Ma è davvero necessario che la donna debba sempre ridursi al ruolo di schiava d'amore?
E' davvero inevitabile?