lunedì, settembre 22, 2014

Cambridge

Sono una persona fortunata, lo ammetto. Oggi ho assistito ad una cosa che in vita mia non mi era mai successa e alla fine dell'accaduto, ho inspirato così forte che quando ho realizzato che era tutto ok, mi sono sentita protetta, come se ci fosse qualcuno lassù, quaggiù, da qualche parte, che tirando i dadi della mia vita dimostra sempre di avere un culo clamoroso.
Stamattina, mostruosamente in ritardo perché la polacca aveva deciso di sfamarmi con uova, toast, peperoni e cetrioli, ci siamo recate alla fermata dell'autobus vicino casa sua per raggiungere il centro città e abbiamo preso il bus veramente al volo. Lei ha riso tantissimo perché ha trovato davvero divertente la scena di me che corro in modo palesemente maldestro, piccola e con uno zaino che si vede lontano un chilometro. Preso l'autobus, ho mostrato al conducente il mio biglietto giornaliero fatto il pomeriggio prima, perché vale ventiquattr'ore dal momento d'acquisto, e mi sono seduta accanto alla polacca. Salgono i controllori, cerco il biglietto e glielo mostro. Iniziano a fare storie, il biglietto è giornaliero ed io l'ho fatto il giorno prima, non vale ventiquattr'ore come la polacca credeva e lei inizia giustificandosi che gliel'aveva detto un conducente dell'autobus e il controllore con tono arrogante e forse un po' discriminatorio, ha inveito dicendo che l'autista guida e basta e che quindi quello che lui le ha detto non ha alcun valore. Ci ritroviamo alla pensilina della fermata dell'autobus io, lei e il controllore, e poco più in là altri due controllori e un ragazzo, immagino lì per lo stesso nostro motivo. Mille "sorry" e contro "sorry" dopo da parte nostra e "blablabla sull'economia del paese" suoi, lui vuole prendere le mie generalità per mandarmi la multa a casa in Inghilterra ("ma ho un enorme zaino, non vede che sono qui in vacanza e ho trenta minuti per prendere l'autobus?!?"), non potendo vuole mandarla a casa della polacca che mercoledì parte per la Polonia e non torna più, non potendo... inizia una rissa sotto la pensilina fra il ragazzo e uno dei controllori che era con lui! Dopo averli separati a fatica, il ragazzo si guarda intorno e scappa e il nostro strozzino e il controllore picchiato entrano in un furgone per darsi all'inseguimento. Ci ritroviamo io, la polacca e un altro dei controllori che non so se per pietà o perché non sapeva perché eravamo lì, ci ignora del tutto e noi tranquillamente saliamo sul prossimo autobus per raggiungere il centro affinché io lasci Birmingham.
Ora sono a Cambridge.
A Cambridge tira un vento della madonna e i bambini non possono giocare con la palla. La zona residenziale, ben lontana dai college del centro, è tappezzata di cartelli che ti intimano di non giocare con la palla, sia vicino alle strade che in prossimità delle piccole zone verdi fra gli agglomerati di casette.
A parte questo, i college sono bellissimi: sono grossi quanto castelli e decorati come favolose chiese. Sono chiari e puliti, pieni di bianche finestre e giganteschi portoni. Già, sono davvero una figata assurda. Domani sarò ad Oxford e sono proprio curiosa di sapere com'è rispetto a Cambridge.
Nel frattempo, mi godo lo shampoo fatto, il the con il latte in camera e fantastico sull'english breakfast di domani mattina alle sette e trenta.


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