martedì, settembre 23, 2014

Oxford - the day after

Ieri sera io e l'iraniano siamo usciti a mangiare messicano e bere in un pub; lì ho conosciuto la sua ragazza e non ho potuto non adorarla immensamente! Non era molto carina ed aveva la tipica faccia british con un po' di brufoli, occhi un po' strani e lunghi capelli biondi. Ma la bellezza esteriore non è tutto in una persona e ho capito subito cosa deve averlo colpito di lei: era tremendamente simpatica e sempre sorridente! Trovava favolosi i miei capelli, divertente qualunque cosa dicessi (forse perché era bionda, non so...) e ci siamo fatte delle grassissime risate insieme. Inoltre, non aveva il classico comportamento british ed è probabilmente la cosa che più ho amato di lei: non era distante ma bensì molto "all'italiana" al punto che quando ci siamo salutate mi ha abbracciato così forte che volevo portarmela via. Da lei ho ricevuto il secondo complimento più strano ricevuto durante questa vacanza, dopo le "belle braccia".
Durante il tragitto per arrivare alla fermata dell'autobus, lei stava completamente congelando e si sfregava le mani intorno alle spalle per tenersi al caldo. Non so perché lui non se la sia cagata di striscio ma a me ha fatto troppa tenerezza, così mi sono avvicinata e l'ho abbracciata per scaldarla. Lei è rimasta così colpita da questo gesto che mi si è accoccolata su una spalla dicendo all'iraniano: "she's a better boyfriend than you!". Eh, già. I'm the best boyfriend ever.
Abbiamo parlato dell'assurdità che caratterizza i lavandini in Gran Bretagna e abbiamo constatato che tutto ciò non ha alcun senso. E' perchè vogliono solo essere inutilmente freak. I lavandini hanno due rubinetti diversi, uno per l'acqua calda che vi giuro è impossibile da usare perchè credo la sua temperatura si aggiri intorno ai sessanta gradi centigradi, e uno per l'acqua fredda che invece tira fuori acqua tiepida. Inglesi. Lei ha provato a giustificarne il senso, asserendo che riempiono il lavandino con l'acqua alla temperatura voluta e lo tappano, si lavano le mani con il sapone e le sciacquano lì dentro. Poi, dato che in quell'acqua c'è giustamente il sapone, svuotano il rubinetto e lo riempiono di nuovo per sciaquarsi le mani. Questa cosa è possibile farla anche con un rubinetto unico che miscela l'acqua alla temperatura voluta, per cui abbiamo concordato che tutto ciò non ha alcun senso di esistere. Alcuni bagni hanno la vasca da bagno fatta in modo analogo, con solo due rubinetti senza il tubo della doccia. Questo ti costringe a lavarti come nel milleottocento, prendendo una pentola, miscelando l'acqua e tirandotela addosso nemmeno fossi in un fiume a fare la ninfa. Inglesi.
Ieri notte ho dormito su un divano, non è stato il massimo ed inizio ad accumulare ore di sonno mancanti. Stamattina ho fatto colazione con un uovo e una piadina e tutto sommato inizio ad abituarmi, anche se una volta raggiunto il centro città sono andata a prendermi un bel cappuccino caldo come ormai è consuetudine da quando sono qui.
Non mi ricordo se ho già parlato su un post precedente di quello che sto per scrivere ma lo ripeto perché, nel caso non l'avessi fatto, non si capirebbe il senso di quello che dirò a breve. Se l'ho già scritto, "sorry for any inconvenience".
Ho comprato un libro quando ero a Manchester, un libro del mio autore preferito: Chuck Palhaniuk. Ho comprato "Damned", che è il primo volume di una trilogia, per provare l'ebbrezza di leggere qualcosa di suo in lingua originale. Oltre a questo, il motivo principale è che volevo portare con me qualcosa di vero, qualcosa di tangibile, qualcosa di profondo che andasse oltre il ricordo sfocato sepolto nella memoria, di questa fantastica esperienza e fare in modo che restasse impressa nella cosa che amo di più al mondo dopo la musica. Ho chiesto a tutte le persone che incontravo durante questo viaggio di scrivere qualcosa su una delle prime pagine bianche del libro, un pensiero, un'impressione, qualunque cosa volevano, affinché io portassi sempre con me l'indelebile ricordo dell'internazionalità di questo viaggio, dell'affetto e della stima dimostratami, delle risate e delle chiacchiere, del loro modo di vedere le cose e di viverle. Le ragazze si sono all'inizio mostrate un po' schive, mentre i ragazzi, sia l'americano che l'iraniano, si sono dimostrati entusiasti dell'idea. L'iraniano ne è rimasto talmente colpito che ha deciso di copiarmi l'idea e non potete davvero immaginare che persona supermega figa mi sono sentita in quel momento! Ha preso un suo libro, sulla storia e il popolo iraniano cui lui è profondamente legato, e mi ha chiesto di fare lo stesso, scrivergli una dedica, dicendomi che è il libro giusto su cui iniziare a fare la stessa cosa. E' stato un momento bellissimo, mi sono sentita promotrice di un gesto che unisce davvero le persone, fiera di aver avuto un'idea così originale e brillante al punto che qualcun altro ha deciso di fare lo stesso per sé. Mi sono sentita davvero bene e ricorderò per sempre quel momento. E' stato un peccato che io non sia riuscita a farmi scrivere qualcosa dalla sua ragazza, perché avevo il libro a casa e lei l'abbiamo incontrata al pub, ma le ho ripetutamente chiesto di venirmi a trovare in Italia e poteva, a seconda del periodo dell'anno, addirittura scegliere fra due diverse località da visitare: dove studio e da dove provengo. Farò in modo che anche lei firmi il mio libro perché vale davvero la pena avere una sua impronta nella mia vita.
I miei post sono passati dall'essere minuscoli all'essere dei romanzi: si vede che ho davvero tanto da raccontare in questo momento!
Un'altra cosa che volevo dire è che Giorgio Mossa ha ragione quando dice che la mia temperatura corporea non segue alcuna logica.
Il caso più eclatante è accaduto stamattina. Ero alla fermata dell'autobus ed erano circa le otto e trenta; ero ovviamente sempre in t-shit, zaino in spalla e sciarpa al collo. Accanto a me c'era una ragazza dai tratti asiatici con cui ho scambiato un corrisposto sguardo di stupore e perplessità. Lei aveva indosso una giacca stile piumino, bella imbottita, sciarpa e guanti. Mi sono effettivamente chiesta chi delle due avesse dei seri problemi. Ieri sera, quando ho abbracciato la ragazza dell'iraniano è avvenuto più o meno lo stesso episodio: io e lei eravamo praticamente vestite allo stesso modo, ossia con una maglietta a maniche lunghe, solo che lei stava letteralmente tremando dal freddo mentre io ero la persona più in pace con se stessa al mondo. Non so esattamente cosa succede al mio corpo in questo posto, ma sembra che io senta raramente freddo quando fuori effettivamente ci sono nove gradi. Inoltre, non ho mai preso il raffreddore, non mi fa male la gola e non mi cola il naso. Home sweet home.
La fine della serata si è conclusa con un dibattito a cui vorrei che partecipaste attivamente anche voi, scrivendo nei commenti; se non riuscite a scrivere sul blog, potete commentare sulla pagina facebook; se no, sticazzi.
Io asserivo che quando sento particolarmente freddo, pensare a qualcosa di ancora più freddo, come la neve o un gelato, mi fa sentire meglio; è come se questo distogliesse il mio pensiero da un freddo reale che appuro sulla mia pelle riportandolo ad un freddo che posso solo immaginare e che resta fine a se stesso. Quando smetto di focalizzarmi sulla sensazione di freddo o di dolore, è come se questa sparisse o si attenuasse, almeno.
La loro risposta è stata che io sono completamente matta, il che è probabilmente vero. Pensare a qualcosa di ancora più freddo, li fa sentire come congelati. Nemmeno pensare a qualcosa di caldo funziona, ma hanno detto che sicuramente non funziona in alcun modo pensare a qualcosa di ancora più freddo.
And what about you?
Mi sto dirigendo a Bristol, scriverò domani. Cheers.

Nessun commento:

Posta un commento