sabato, ottobre 04, 2014

Verranno a chiederti del nostro amore

 
Perché noi abbiamo fame, d'amore e di libri.
 
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Mutt, visto dal truce Jeff:
Noto lettore ossessivo-compulsivo delle scene under-newage-grunge-ground pisane, si aggirava tempo addietro in modo losco, spacciandosi per co-conduttore, in puntate notturne presso un’insospettabile webradio, al solo fine di poter tediare i suoi ascoltatori con funerei racconti cadenzati da un opinabile accento abruzzese. Per sanare la sua malsana attitudine allo stupro delle altrui cervella, è attualmente conduttore di una trasmissione che gli consente di poter fare quello che meglio gli riesce: la controvoce della morte. Ne capisce meno (o poco, o niente) in fatto di film, in quanto predilige lunghe e palloccolose pellicole in bianco e nero, mute e sghembe, che nemmeno il Museo Nazionale del Cinema di Torino ha voluto archiviare.

Jeff, visto dal mite Mutt:
Antropofaga seguace della letteratura cannibale, prima ancora di venire a conoscenza di tale designazione e della propria natura, adora le manifestazioni dell’estremo, il coinvolgimento tout court, il sangue che scorre a fiumi (ma solo tra le pagine dei romanzi), i ritmi cadenzati e gli effetti speciali, nonostante le turbino spesso il sonno da noir-pop-glam-fifona. Lentezza, spossanti silenzi, costruzioni convolute, prose ermetiche o più di seimila secondi di fronte al grande schermo (tremila se nessuno si trucida o intraprende una guerra) possono condurla a sporadiche manifestazioni di licantropia; difende strenuamente baluardi quali l’inettitudine della popolazione francese alla produzione artistica ed è affetta da gravose forme ossessive-compulsive riguardo tutto ciò che concerne lo zelo e la simmetria.

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