mercoledì, maggio 20, 2015

Crisi di panico


Tienimi la mano, stringimela forte perché in questo burrone non voglio cadere né ora né mai.
Enormi onde di un mare incazzato quanto me si infrangono sugli scogli sottostanti. Un piede in fallo, un solo piede in fallo mi sta costando caro, troppo caro.
"Non provare a lasciarmi, sai?!"
Chiudo gli occhi e ascolto il rumore dell'acqua che mi sta costando una crisi di panico. Non riesco a respirare, la faccia schiacchiata contro le pietre che mi graffiano le guance, lo sterno che non riesce ad allargarsi per paura di uccidermi a causa dell'eccessivo movimento. E tu non puoi tenermi aggrappata a questa vita ancora a lungo.
Peso troppo, peso come un macigno, come quegli enormi scogli sotto di me; pesa la mia angoscia, il mio bisogno di vivere; pesa la mia paura di diventare marmellata per pesci, la mia stupida ingenuità. Un piede in fallo, un solo piede in fallo.
Avrei dovuto guardare a terra, come faccio di solito, invece che guardare per aria. Stupida! Stupida! Povera stupida!
Fossi credente penserei che morire in mare sia come raggiungere direttamente Dio: blu come la sua illusione, bianco come la sua schiuma, potrebbe essere la Madonna anche se chiaramente non lo è.
"Ommioddio, ti ringrazio!"
Due persone compaiono dietro di te, due uomini bruciati dal sole, con delle foltissime barbe grigie e delle mani enormi.
"Sei salva, Bi; siamo salve, Bi!"

Fortunatamente tutto questo non è mai successo ed io sto nuotando da sola, serena, senza nessuna crisi di panico.

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